mercoledì 27 giugno 2012

Le parabole zen di zia Assunta

Oggi ho fatto il check-in online per un breve soggiorno in Svezia, e ho ripensato al problema di farsi capire all'estero. Dopo aver imparato la frase "ursäkta mig, talar du engelska?", domanda fondamentale se vi trovate in Svezia e ignorate totalmente la lingua del posto, oggi ho imparato l'espressione "tack så mycket".

Mi tornano in mente le parole della compagna dello zio di cui ho parlato nel post precedente. La chiameremo zia Assunta, un po' per motivi di privacy e un po' per estrema somiglianza, sia estetica che nei modi di fare, al personaggio della serie televisiva "La Tata".

Ecco Zia Assunta, ritratta in tutta la sua sobrietà.

Assunta, così come mio zio, racconta spesso delle sue esperienze all'estero, venendosene fuori con delle vere e proprie parabole zen. Quella che segue è una delle sue storie.

Oh nini, quando ero in Scozia con tuo zio, che freddo che faceva!
Ma io mi feci furba, sai?
Quando non ce la facevo più entravo in un bar e dicevo: "acappottì!",
e loro mi portavano una tazza di tè!

6 commenti:

  1. Ahahahah beh, per difendersi dal freddo va bene sia la tazza di thè che un cappottino :)

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  2. Ahaha giusto, però lei il cappottino probabilmente l'avrebbe chiamato "cott" :)

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  3. Che figa la zia Assunta! Lo voglio pure io il suo vestito! U.U

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    1. Caro Doctor Ci., sono sicuro che ha qualche tailleur leopardato da prestarti! XD

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  4. ... certo che deve essere bello avere a che fare con un popolo che parla e scrive tramite captcha!!!

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