giovedì 18 settembre 2014

Fine (?)

Tra pochi giorni sarà il compleanno di mio zio, una persona che ammiro molto. Ha trascorso molti anni della sua vita all'estero, lontano dalla casa e dagli affetti. Vado speso a trovarlo, e non è mai a corto di aneddoti da raccontare: il farsi capire, la pioggia ghiacciata, il giorno di paga...

Incominciava esattamente così questa avventura, che è ora arrivata al termine. Qualche giorno fa, sono uscito dal mio dipartimento per l'ultima volta, dopo la discussione della tesi.

Mentre ero in quella piccola stanza e presentavo il mio lavoro, nessun altro pensiero riusciva ad entrare nella mia mente. Finita la presentazione, arrivarono le domande dalla commissione. Ancora una volta, la mente era completamente sgombra di qualsiasi pensiero che non riguardasse simulazioni, antenne e nodi di rete.

All'improvviso, l'esaminatore mi disse: "cosa hai imparato?"

Io rimasi per un attimo attonito, colto da un mare di emozioni, apparse nel giro di pochi secondi. Risposi parlando di come il lavoro di tesi non abbia delle limitazioni come invece hanno i corsi, e altri classici discorsi da repertorio.

In altra sede, avrei risposto diversamente.

Ho imparato che "the world is one's oyster". Conoscevo già questa espressione di Shakespeare, ma solo da poco ho iniziato a credere che il mondo è tuo: puoi fare quello che vuoi, quando vuoi. Basta avere intorno tante belle persone che ti supportano, e che accetterebbero qualsiasi tua destinazione pur di vederti felice. Dedico questo mio traguardo a loro, e le ringrazio infinitamente. Senza di loro niente di tutto questo - la laurea, la Svezia, il blog - sarebbe stato possibile.

Colgo l'occasione per dire che questo sarà l'ultimo post di questo blog. Le esperienze vissute potrebbero essere trattate in dei progetti futuri. In quel caso, lo comunicherò qui. Nel frattempo concludo con un piccolo omaggio al tema di questa avventura, che rappresenta l'eccitazione di quando si inseguono i propri sogni.


And nothing can stop us, 
Nothing forever.
Nothing can stop us, 
If we stick together.

domenica 27 aprile 2014

Struggimento - Sehnsucht


Tanta vita scorre dietro ad una storia che non si vuole più far vedere sullo schermo di qualche computer vecchio e impolverato, la cui ventola fa un rumore bestiale in grado di coprire il suono emesso dalle casse a pieno volume. Una vita fatta di posti abbandonati, grida che la tua testa sembra dimenticare ma viene tradita dai riflessi. Una vita fatta di pensieri e viaggi futuristici, che ti mostra com'è semplice mescolare le carte del mazzo ed estrarne una che, in un istante, ti dirotta verso altri lidi.

Persone che non incontrerai mai ma, cercandoti, ti fanno rinnovare la passione per quello che fai. Passi fatti che ti uccidono, ma tu non ti devi voltare indietro. Passi da fare che ti potrebbero uccidere, ma tu devi promettere che non ti volterai indietro.



Una vita struggente che però non trova più etichette per farsi vedere sullo schermo sopracitato.

mercoledì 5 febbraio 2014

La felicità è diventata un indice?


Ormai è tanto tempo che se ne sente parlare. È risaputo. Lo puoi trovare su tutti i social network. Su tutti i muri, sopratutto quelli di chi si lamenta dell'Italia. Cerchi di evitarlo, non pensarci, ma è più forte di te.

Il tasso di corruzione è un indice. Il tasso di disoccupazione è un indice. Il grado di ecosostenibilità è un indice. La felicità è un indice?

E se per assurdo supponessimo che la felicità possa essere misurata con un indice, i fattori sopracitati riuscirebbero a dare un quadro della situazione?

venerdì 10 gennaio 2014

Bicchieri

Di vetro, con disegni, di plastica. Da caffè, con delle ali al posto delle maniglie, di vetro colorato. Nel nostro paese bere e mangiare sono le cose che ci legano di più - bella scoperta! Ad ogni modo, non pensavi potessero segnare l'inesorabile ma avvincente scorrere degli eventi.

Hai passato delle vacanze italiane stancanti ma molto emozionanti. In pochi giorni hai avuto l'occasione di essere ospitato in diverse case. È così che hai potuto godere dell'affetto di chi ti ricorda sempre che nonostante la distanza e le difficoltà di comunicazione sei il benvenuto. Chi ti segue anche se cambi sempre i piani all'ultimo minuto, da incasinato che sei. Chi ti offre tutto il cibo che ti avrebbe voluto dare quando non c'eri. Chi temevi perché non conoscevi, ma sperde le tue paure con un: "solo una stretta di mano?" e una risata bonaria. Chi ti mostra che la mancanza di terra sotto i piedi e la necessità di creatività per andare avanti in questa generazione sono presenti, in un modo o nell'altro, sia per gli emigranti che non. Chi non ha a che fare con la religione ma ha l'amore attraverso il quale ti devi vedere per affrontare le giornate più difficili.

mercoledì 1 gennaio 2014

L'ultima notte a Stoccolma

Dopo un mese di viaggi, progetti ed esami, l'ultima notte a Stoccolma era arrivata. Per una strana coincidenza, quella notte ci sarebbe stato il concerto dell'unico dei miei gruppi preferiti svedesi che non ero ancora riuscito a vedere da quando mi ero trasferito qua: i Postiljonen. Il volo verso il parentame e le feste sarebbe partito solo poche ore dopo, ma l'occasione era imperdibile, così andai.

Una volta arrivato nel locale, mi sentii stranamente a casa, o forse si trattava solo di un po' di malinconia. Dopo poco la musica trascinante e le luci iniziarono a muoversi a ritmo un po' fricchettone. Una folla di ragazzi un po' hipster si muoveva al rallentatore. Nel frattempo, come sempre, tutti i ricordi di questo anno e mezzo scorrevano davanti ai miei occhi, annebbiati dalle luci e dai suoni.
Quello che c'era di diverso però, era lo stupore riguardo come la vita vada veloce, e come sia possibile cambiare il proprio destino quando si vuole; anche nelle situazioni che sembrano senza uscita. Ritornando all'agosto 2012, pieno di sogni e di speranze, non avrei mai pensato che sarebbe andata così.
Questo non significa che sia andata male. È stata una bellissima avventura. Ho incontrato un sacco di persone che mi hanno permesso, senza prendere aerei, di rendermi conto che quello che considero normale/giusto/sensato è strettamente correlato al piccolissimo angolo di mondo dove avevo trascorso gli ultimi 22 anni della mia vita. Semplicemente, è andata in maniera diversa da come pensavo.
Dopo il concerto, tutto incominciò a scorrere sempre più velocemente. Andai al municipio per un'ultima vista della città. Una volta scavalcate le transenne -apparentemente era troppo tardi per entrare-, vidi Stoccolma notturna in tutta la sua bellezza. Cercai di imprimere quella visione nella mia memoria e ripensai all'incontro con me tra un anno. Oggi so qualcosa in più su quel tizio: sarà molto legato a questa città, ma sarà già migrato verso altri lidi; in cerca di un sogno modesto.

venerdì 13 dicembre 2013

Da un albero a un altro.



Un sacco di cianfrusaglie colorate. Fiori veri e fiori finti. Un'invasione di cavalli di legno svedesi, quelli rossi per intenderci. Un Ciao (il motorino).
Sono sul terrazzo, e oggi c'è un bellissimo sole invernale. Mentre la luce viene filtrata dalle foglie dell'ulivo che cerca di sopravvivere all'inverno, penso al futuro. Le sfide che mi aspettano. Sia nel rapportarmi agli altri che con me stesso.

Ripenso a chi mi consigliava di esplorare nuovi lidi. Aveva ragione, così sono andato alla ricerca di un sogno modesto. Però la porta da cui bussa non è a Stoccolma. A dirla tutta, è a 1048 chilometri da qui.

Pacchi quasi pronti intorno a me. Mentre metto via quelle poche cose che porterò, rivedo l'ultimo anno e mezzo - inutile dirlo. Fiori, strani portafortuna cinesi e pietre islandesi passano dalle mie mani agli scatoloni. La mia visita in Svezia forse non è stata così temporanea, anche se la parola che mi fa sentire più a mio agio nel riferirmi a essa è proprio questa: visita.

Ripenso ad un bellissimo viaggio a Sala, qualche centinaia di chilometri a nord di Stoccolma. Una delle attività principali fu un percorso sugli alberi. In alcuni punti, per poter passare da un albero ad un altro, era necessario agganciare l'imbracatura ad un filo e lasciarsi penzolare tra un tronco e l'altro. Ora, io soffro di vertigini.

E ho le vertigini anche in questo periodo. Come feci allora a Sala, mi tengo stretto a tutto ciò che ho tra le mie mani, chiudo gli occhi; mi butto.

Ciao Stoccolma.
Benvenuta Berlino.